Il raggiungimento del comfort termico all’interno di una abitazione, a un prezzo ragionevole, durante tutto l’arco dell’anno, è l’obbiettivo dei sistemi di climatizzazione. Poterlo raggiungere senza l’utilizzo di combustibili fossili e affidandosi completamente ad energia proveniente da fonti rinnovabili avrebbe in più il beneficio di ridurre la carbon footprint dell’abitazione e, conseguentemente, delle persone che la abitano.
Ma è sufficiente basare la scelta di un investimento solo sull’impatto ambientale che questo ha? Purtroppo no!
A questo proposito EQUA si è impegnata a dimostrare che climatizzare gli ambienti, senza ricorrere a combustibili fossili, è possibile, grazie all’installazione delle super performanti pompe di calore Templari, ma il problema del ritorno sull’investimento rimane. Quale soluzione adottare allora?
EQUA ha analizzato, per una generica abitazione di classe energetica C sita nei pressi di Varese, il ritorno economico di due soluzioni impiantistiche:
- Impianto con pompa di calore Templari KITA S+ per la produzione di ACS e la climatizzazione degli ambienti,
- Impianto con pompa di calore Templari KITA S+ per la produzione di ACS e la climatizzazione degli ambienti abbinato con un impianto fotovoltaico su tetto da 6kW con pannelli Viessmann e inverter Zucchetti.
I risultati dello studio sono stupefacenti: a fronte di un investimento iniziale decisamente più alto per la la soluzione che prevede fotovoltaico e pompa di calore, il tempo di ritorno dell’investimento si dimezza! Questo studio dimostra come l’installazione combinata di pompa di calore e impianto fotovoltaico sia una sinergia vincente, non solo dal punti di vista tecnico, ma anche dal punto di vista economico.
L’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, opportunamente dimensionato, permette di sopperire a tutti i carichi elettrici dell’abitazione riducendo i costi della bolletta elettrica.
La pompa di calore Templari, grazie al suo funzionamento intelligente, permette di produrre e accumulare acqua calda quando i pannelli fotovoltaici producono di più, massimizzando così l’autoconsumo di energia e minimizzando i costi.